Le Fiji, le isole dell’ovale

Si può partire dal sogno di un ragazzino. Si chiama Jerry di nome e Tuwai di cognome, vive in una baracca di lamiera senza luce ed elettricità a Newport, sobborgo di Suva, la capitale delle isole Figi, un arcipelago nazione di 322 isole e 522 isolotti con meno di 860mila abitanti sparsi in mezzo a tante lingue di terra in mezzo al mare. A Jerry, come a molti ragazzi della sua età da quelle parti, piace da matti giocare a rugby. In particolare, quella forma di rugby che è il rugby a 7 e non a 15, dove si deve correre di più e c'è meno tattica. Il problema è che trovare un pallone ovale non è così facile, così all'inizio Jerry si accontenta di una palla di stracci, meglio di un melone. E comincia il suo lungo percorso, un percorso di anni che arriva fino alla medaglia d'oro di Rio de Janeiro. Le Isole Figi hanno infatti vinto il titolo olimpico nella disciplina che ha debuttato alle Olimpiadi proprio nel 2016: è stata la prima medaglia olimpica vinta da questa collezione di isole distante 3000 chilometri dalla costa australiana.

Jerry e i suoi amici hanno vinto nettamente il torneo superando anche la Gran Bretagna in finale per 43-7. L'ex madrepatria (le Figi sono indipendenti dal 1970) è stata sistemata per le feste. E così a Suva, nello stadio nazionale, si è scatenata la festa davanti al maxi schermo. Una festa che però è stata replicata e condivisa in tutto l'arcipelago. Per le Figi, il pallone ovale è un'istituzione, ma è in quello a 7 che gli isolani si possono definire i migliori, come dimostrano i due titoli mondiali conquistati prima di Rio.

Ora Jerry tornerà al suo villaggio che nel frattempo ha avuto acqua ed elettricità. E si allenerà per la prossima impresa. Le Figi torneranno alla base e ad amare il rugby sotto casa, preceduta da una danza molto di simile a quella degli All Blacks della Nuova Zelanda. La loro Haka si chiama Cibi, l'obiettivo è lo stesso: mettere in soggezione gli avversari. A Rio l'operazione è stata compiuta con successo.